Fossa biologica: come funziona e normativa

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FONTE: https://www.tuttogreen.it

Avete presente che cos’è una fossa biologica? Serve a regolare l’eliminazione delle acque reflue quando l’edificio non è collegato ad una rete fognaria. Ecco tutte le informazioni per capire come funziona. La fossa biologica, chiamata anche fossa settica, svolge le normali funzioni di una fognatura in tutte quelle zone in cui questa infrastruttura non è presente. E quindi è fondamentale averla e farne una corretta manutenzione
Si tratta di una fossa interrata e statica in cui si accumulano le acque nere (i liquami del wc, per intenderci) e grigie (le acque degli scarichi ma non dei pluviali), si tratta dunque dei rifiuti liquidi e solidi prodotti dalle persone, cioè solo quelle che arrivano dal bagno e dalla cucina di un’abitazione e non gli scarichi della pioggia, senza dover disporre di operazioni di depurazione. Generalmente questa è la soluzione adottata da chi vive in campagna o in zone molto isolate, non raggiunte dal sistema fognario cittadino. Ma è fondamentale per l’igiene di un’abitazione avere una fossa biologica e seguirne una corretta manutenzione.

Fossa biologica: caratteristiche principali

La fossa biologica è una sorta di vasca o contenitore in genere in calcestruzzo, dotatan di una botola nella parte superiore, necessaria per la sua ispezione e manutenzione. Sono presenti due tubi, uno di mandata, che riceve le acque nere e grigie e uno di uscita, che porta l’acqua chiarificata verso l’esterno. La vasca viene interrata ad almeno 1,20 metri di profondità e ad 1 metro di distanza dalle fondazioni della propria abitazione o edificio e va installata sempre nella zona esterna e mai direttamente sotto la casa perché in caso di ispezione per la ricerca di un intasamento, si dovrà poi spaccare tutto il pavimento dell’abitazione. Ne esistono varie tipologie in base ai materiali di costruzione. Le più comuni sono in cemento ma si trovano anche in plastica (in genere PVC) e in vetroresina. Quella più economica è quella in plastica.
I tipi di fossa biologica sono due: quelle tradizionali, che si riallacciano alla rete fognaria pubblica, e quelle chiamate Imhoff, adatte a luoghi lontani dalle altre fognature.

  • La fossa biologica va interrata a poco più di 1 metro di profondità
  • Fossa biologica standard

Le fosse biologiche standard sono composte da tre differenti sezioni sovrapposte: nella parte superiore vengono ad accumularsi i fanghi leggeri; nella zona centrale inizia invece la loro depurazione parziale, per cui le acque vengono spinte verso un tubo da cui defluiranno verso l’esterno. L’ultimo compartimento, quello più in basso, è sede dei cosiddetti fanghi pesanti, che vanno periodicamente puliti ed eliminati. Il principio alla base della fossa biologica è che le sostanze organiche solubili possano fermentare grazie all’azione dei batteri, a differenza delle sostanze insolubili che vanno incontro a deposito.

Fossa biologica e pozzo nero

E’ importante non confondere la fossa biologica con il pozzo nero, che è sempre destinato a raccogliere i liquami ma non li convoglia verso una destinazione, per questo è dotato della sola mandata. Invece le fosse biologiche si scaricano per sfioramento e le acque nere fuoriescono dalla parte opposta a quella da cui sono entrate.

Fossa biologica Imhoff

La fossa Imhoff depura direttamente i vari liquami, di modo da renderne possibile la loro dispersione nei terreni in assenza di rete fognaria attraverso il drenaggio nel terreno, sebbene non risponda interamente alla DL 152/06 testo unico ambientale parte iii sulla tutela ambiente, che impone a valle della fossa d’installare sistemi di trattamento e di depurazione secondari come un depuratore a fanghi attivi, o un depuratore a filtro percolatore o altri impianti di depurazione secondari ritenuti appropriati dalla legge. Questa fossa lavora mediante un sistema di subirrigazione, ovvero disperde nel sottosuolo le acque reflue che vengono depurate mediante digestione anaerobica, e drenate nel terreno. Anche per questa tipologia di vasca sono presenti due sezioni separate ma poste una sull’altra, quella inferiore deputata alla fermentazione batterica dei fanghi e quella superiore per la sedimentazione. Al contrario della fossa biologica tradizionale, qui i processi di sedimentazione avvengono nella parte superiore, per evitare che possano verificarsi degli intasamenti. La fossa Imnhoff va interrata sul terreno pianeggiante, su di un letto di sabbia, per evitare che possano fuoriuscire i liquami da una sezione all’altra, e deve essere distante dall’edificio almeno 1- 2 metri ma soprattutto, epr non contaminarli, deve essere lontana da pozzi, serbatoi e tubazioni dell’acqua potabile (circa 10 metri). La tubatura che raccoglie le acque della cucina passa anche per un degrassatore, una sorta di piccolo pozzetto in cemento dove vengono trattenute la schiuma e le sostanze grasse. I fanghi che si accumulano nella vasca inferiore subiscono una digestione anaerobica da parte di batteri che producono del bio-gas, che va espulso attraverso degli sfiatatoi laterali. I fanghi digeriti invece sono estratti dal fondo e convogliati in una zona dove si possono seccare. In questo modo l’acqua del contenitore superiore viene chiarificata e può essere espulsa nel terreno. Ci deve essere la certificazione di idoneità della ASL, perché il pozzo deve rispettare determinati parametri. Questa idoneità deve essere accertata ogni 4 anni.

Manutenzione della fossa biologica

La manutenzione della fossa biologica è fondamentale per la durata della stessa e per un corretto funzionamento. Il primo consiglio da seguire è quello di evitare assolutamente di gettare nel wc cotton fioc, plastica e carta non igienica. Non solo otturano gli scarichi ma si depositano nella vasca impedendo il suo corretto funzionamento. Bisogna rivolgersi a ditte specializzate per l’operazione di svuotamento, che dovrebbe essere effettuata almeno una volta l’anno. Una fossa biologica in buone condizioni può durare anche fino a 40 anni. La manutenzione prevede diverse fasi: prima avviene lo svuotamento, con eliminazione dei fanghi solidi attraverso aspirazione; questi ultimi verranno in seguito versati ad un depuratore o una discarica autorizzata. Segue poi il lavaggio con la disincrostazione, non solo della fossa, ma anche delle varie tubature. Queste operazioni sono fondamentali in quanto un’eventuale dispersione potrebbe inquinare corsi d’acqua o falde acquifere.

Le operazione di manutenzione della fossa biologica

Fossa biologica: normativa

Per poter installare una fossa biologica a casa propria, è necessario seguire un’iter specifico che tenga conto dei regolamenti comunali e delle norme igienico sanitarie previste. Va inoltrata una richiesta di autorizzazione allo scarico cui seguiranno la relazione di un geologo, disegni e valutazioni tecniche relative alla natura del terreno in cui verrà installato l’intero impianto.

Saranno poi gli esiti del sopralluogo a definire le dimensioni della fossa, in base al volume di liquami prodotti. Per questo sarà differente da famiglia a famiglia, in base al numero dei componenti. La normativa che regola il funzionamento delle fosse biologiche è la Legge n.319 del 1976, che poi si affianca alle varie disposizioni a livello regionale, provinciale e comunale.

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